Scuola per l’infanzia di via Gallina: siamo vicini all’intitolazione?
A settembre 2018, quando venne approvata in Consiglio la proposta della maggioranza di intitolare la scuola dell’infanzia di via Gallina al Vescovo Alessandro Maggiolini, venne chiarito l’iter previsto dalla normativa per l’intitolazione della scuola.
Il Comune non ha potere decisionale, la competenza è del Consiglio d’Istituto ed in particolare: la delibera di intitolazione del Consiglio d’Istituto deve essere inviata al Provveditore agli Studi, che acquisisce le valutazioni del Prefetto e della Giunta Comunale.
Se Prefetto e Giunta sono favorevoli il Provveditore decreta l’intitolazione, altrimenti il Consiglio di Istituto è chiamato a riesaminare il nome scelto e se lo conferma il Provveditore decreta l’intitolazione.
Il 20 novembre 2018 il Consiglio dell’Istituto comprensivo Perlasca ha deciso, a larga maggioranza, di intitolare la scuola di via Gallina a Rita Levi di Montalcini – per rendere omaggio ad una scienziata che aveva dato fiducia ai giovani e che coltivava i valori dello studio, dell’impegno e della ricerca – e lo ha comunicato al Comune il 17 dicembre 2018.
A settembre 2018 ho votato a favore della proposta di intitolare la scuola a Maggiolini e fin da subito avevo chiarito che non ero d’accordo a imporre a tutti i costi il nome di Maggiolini alla scuola per una questione di rispetto, anche istituzionale: non spetta al Comune decidere ma alla scuola e se le insegnanti che lavorano in quella scuola scelgono un altro nome la scelta va rispettata.
Nel 2012 quando la mia Giunta proposte il nome del pediatra Carlo Venegoni per la scuola di Via Galliana, l’istituto avviò un sondaggio per scegliere un nome diverso (poi non terminò l’iter) ma in quella occasione come Sindaco non mi sono mai sognata di imporre alcunché.
Risulta pertanto incomprensibile la richiesta che il Sindaco Linda Colombo ha inviato al Ministro dell’Istruzione il 6 agosto 2019 per intitolare la scuola a Maggiolini contestando l’operato del Consiglio di Istituto.
La Sindaco non avrebbe dovuto, per trasparenza oltre che per dovere istituzionale, far deliberare alla Giunta il parere previsto che le compete in base alla normativa piuttosto che cercare scorciatoie?