PGT lontano dalla richieste dei cittadini: meno verde e zero servizi.
Prima di guardare ai contenuti del nuovo PGT è doveroso fare una premessa sul metodo usato dalla maggioranza per decidere la variante generale di Piano.
Sul versante della partecipazione, quella con la cittadinanza è stata “di facciata”.
Due date sono esemplificative:
- 10 ottobre 2019 la cittadinanza è stata invitata a un incontro con i progettisti del PGT per dare suggerimenti e osservazioni sui quali nessun ritorno è stato reso dal Comune
- 4 gennaio 2021 sul sito comunale compaiono gli atti con le decisioni del nuovo PGT.
Dunque un PGT elaborato e deciso, in piena pandemia, nelle stanze comunali.
Anche quando la pandemia ha permesso attività in presenza, nella bella stagione 2021, nessuna iniziativa è stata promossa dall’Amministrazione per coinvolgere la cittadinanza, nemmeno un manifesto sui termini per presentare le osservazioni. Termini peraltro fissati in piena estate (7 agosto la scadenza) nella prima estate dopo il Covid. Perfino l’avviso sul sito comunale relativo alle osservazioni non è rimasto nemmeno fino alla scadenza del termine.
Eppure i cittadini hanno dimostrato la voglia di partecipare alle scelte che riguardano il territorio: basti considerare la raccolta firme sull’area di via Corbettina, l’osservazione per preservare l’area verde comunale di via Primo Maggio e ancora, la lettera ricevuta dai cittadini sul parco Scorte dei Magistrati.
Un’occasione persa per affezionare i bareggesi al loro territorio e per ascoltare le loro esigenze!
Quanto ai contenuti del nuovo PGT, il cuore della politica urbanistica della maggioranza è l’assenza di previsioni sulle aree da destinare ai servizi pubblici. La maggioranza ha perfino rinunciato alle uniche idee che aveva inizialmente: il Comando della Polizia Locale e l’area per le giostre nell’ex Alma, sparite per far posto alle case.
Sull’area in buona parte di proprietà del Comune oggetto di rigenerazione urbana, l’ex Cartiera, la maggioranza attribuisce tutti onori al privato e gli oneri invece sono divisi in base alle proprietà. Le entrate per la vendita delle case sono tutte attribuite al privato, compresa la quota di case generate dalle proprietà comunali, mentre i costi per le bonifiche delle aree sono divise tra il privato e il Comune in base alle proprietà!
La maggioranza concede all’operatore privato maggiori volumetrie che finora nemmeno i tribunali gli avevano riconosciuto senza nemmeno imporre il vincolo di bonificare prima l’ex Cartiera per poter poi costruire le case sull’area verde comunale di via Primo Maggio.
Cosa dire poi ancora sul parco di via Sant’Anna? Area ceduta gratuitamente da famiglie bareggesi nel 1987 per verde pubblico attrezzato di arredo urbano.
Un piano che soddisfa certamente le richieste degli operatori e che lascia l’amaro in bocca a chi crede ancora che l’interesse pubblico si può perseguire usando gli strumenti propri della pubblica amministrazione senza “calare completamente le braghe” davanti ai grossi operatori economici! Come ha fatto per esempio il Comune di Milano che di recente ha ottenuto anche una sentenza favorevole della Corte Costituzionale.
Un’altra occasione persa per Bareggio e San Martino, che “restano indietro” rispetto alla rivoluzione culturale in atto nel mondo per un miglioramento della qualità della vita privilegiando l’ambiente.